Dott.ssa Laura Coda Ostetrica. La Sindrome vulvo vestibolare, detta anche vulvodinia spesso non viene diagnosticata perché difficile da riconoscere.
Affrontare il problema vulvodinia oggi è possibile grazie al mio protocollo terapeutico, indolore e senza effetti collaterali.)
Sono Laura Coda, Ostetrica. Dedico la mia vita alla cura della vulvodinia, la terribile sindrome che si nasconde dietro diversi sintomi, il più delle volte non identificabili. Risolviamo insieme la vestibulite vulvare per tornare ad una vita normale.
DOTT.SSA LAURA CODA – ESPERTA NEL TRATTAMENTO DELLA SINDROME VULVOVESTIBOLARE (VSNS – METODO SPANO/CODA
Le mie collaborazioni professionali
Quel dolore così forte da non riuscire a camminare, la rinuncia alle uscite con gli amici, poi l’abbandono dei rapporti sessuali con il partner e piano piano tutto il mondo che crolla sotto il peso di quei sintomi debilitanti. Hai provato di tutto, ma sembra non esistere una soluzione.
Potrebbe essere vulvodinia. E nel caso sarebbe una buona notizia, perché con il Protocollo Laura Coda possiamo sconfiggerla insieme.
DOTT.SSA LAURA CODA, OSTETRICA ESPERTA IN RIEDUCAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO, IDROCOLONTERAPIA, TRATTAMENTO DELLA SINDROME VULVOVESTIBOLARE (VSNS – METODO SPANO/CODA)
Dott.ssa Laura Coda. Ho conseguito il Diploma di Laurea con il massimo dei voti, presso l’Università degli Studi di Pavia.
Ho lavorato per anni come ostetrica di sala parto e reparto poi la passione e la curiosità mi hanno spinto a dedicarmi allo studio e alla conoscenza più approfondita del pavimento pelvico e delle sue disfunzioni, con particolare attenzione al dolore pelvico.
Nel 2009 ho intrapreso la libera professione nello studio medico Ginecea dove mi occupo di incontinenza urinaria/fecale femminile e maschile, vescica iperattiva, tenesmo anale, vaginismo, dolore e piacere femminile:
Dal 2014 ad oggi sono docente presso Università Bicocca (SOMA-Istituto Osteopatia Milano).
Dopo un lungo training, mi sono dedicata alla pratica dell’Idrocolonterapia esercitando all’ H.San Raffaele-Resnati a Milano.
La vulvodinia è una malattia ginecologica che provoca bruciore urente ai genitali esterni, dolore durante il rapporto, della durata di almeno tre mesi. Nell’80% dei casi le donne posso presentare un ipertono del muscolo pelvico che causa un restringimento alla porta d’ingresso della vagina. Non ha ancora una causa precisa. Ha un’origine multifattoriale e colpisce la donna ad ogni età: infanzia, fertilità e post-menopausa.
Da recenti studi si evince che circa il 70% di queste donne ha problematiche gastrointestinali: sindrome dell’intestino irritabile, sensibilità al lattosio e al glutine, intolleranze alimentari o allergie che sono causa di coliti e gastriti. Di solito sono donne stitiche. Un rallentamento intestinale e l’aumento dei gas creano a lungo andare: emorroidi, ragadi, infiammazione della mucosa intestinale con conseguenti cistiti ed irritazioni vulvovaginali cicliche.
Incidenza del 15%: donne particolarmente vulnerabili al dolore vulvare
Prevalenza del 7% (1 donna su 7 in Italia)
La prevalenza del dolore vulvare va dal 16% al 28%
Queste cifre sono sottostimate dato che il 40% delle donne che soffre di dolore vulvare, non riescono a farsi curare, per una mancata o ritardata diagnosi. Possono essere colpite tutte le donne ma la maggiore incidenza la troviamo in donne fertili, sessualmente attive (20-50 anni). Il dolore è invalidante da un punto di vista personale, di coppia e sociale. Il dolore alla vulva è solo la punta dell’iceberg, quando interessa tutti i genitali esterni (sede anatomica che poggia nel sellino della bicicletta) si chiama vulvodinia mentre se colpisce il vestibolo ossia la porta d’ingresso alla vagina prende il nome di vestibolodinia. La donna non se lo inventa, non ha problemi né con il partner né al lavoro, non è pazza e neanche isterica.
Cosa riferiscono le donne affette da Vulvodinia? Questi i principali sintomi che durante i colloqui con le pazienti, sono emersi. Rossore, gonfiore, bruciore, fitte, sensazione di spilli,” morsa” vulvare ed anale, secchezza, peso vescicale con urgenza e bruciore ad urinare, gonfiore e “morsa” vulvare, dolore al rapporto o provocato dalla pressione di pantaloni stretti, difficoltà ad indossare gli slip, nell’andare in bicicletta, a cavallo, accavallare le gambe, difficoltà durante attività fisica, anorgasmia o sensibilità clitoridea.
A tutte le donne vulvodiniche ma anche alle donne in generale consiglio di rispettare al meglio gli stili di vita. Alimentarsi in maniera sana: il sovrappeso porta ad infiammazione dei tessuti e a faticabilità psicofisica. Bere circa 1 litro e mezzo d’acqua al giorno. Riposare bene. Avere una buona funzionalità intestinale. Avere rispetto della propria vulva vuol dire non lavarsi spesso né depilarsi completamente, né indossare tutti i giorni il salva-slip. Il pelo e i batteri sono nostri Amici, ci proteggono garantendo un corretto PH.
L’ascolto, il tempo e l’accoglienza sono gli ingredienti fondamentali per poter accogliere ed instaurare empaticamente un primo rapporto con la donna che chiede aiuto.
Dopo un’accurata anamnesi ed il consulto di esami precedentemente effettuati e richiesti dai rispettivi specialisti, si esegue la visita per valutare l’infiammazione e il muscolo pelvico, anche grazie ad un apposito software collegato alla donna con una sonda vaginale e/o anorettale che non crea nessun tipo di dolore. (BFB)Il normale range del tono muscolare va da 1 a 4 microvolt (secondo metodo Spano-VSNS). Si procede alla valutazione della flora vaginale ed intestinale con appositi test microbiologici che ci aiuteranno a comprendere al meglio la cura ad personam.
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