Oggi vorrei parlarvi di Alice, una mia paziente di 36 anni; donna molto determinata a cercare la verità e a guarire. È una storia che accomuna molte donne affette da Vulvodinia. Dopo alcuni accertamenti, risultati negativi, sei anni fa, le è stata diagnosticata la malattia.
Vi voglio raccontare brevemente la sua storia clinica.
Si ricorda che sin da bimba, la sua mamma la aiutava saltuariamente con delle supposte per poter riuscire a scaricarsi. Con l’adolescenza, poi, l’intestino ha iniziato a farsi sentire ancora di più: episodi di diarrea, meteorismo e dolore al basso ventre, durante la scarica. Colon irritabile, le disse il gastroenterologo.
Questa situazione si è accentuata dato l’uso di antibiotici per tonsilliti recidive.
In età adulta, oltre a questi sintomi, si somma un’infiammazione del collo dell’utero, diagnosticata con i pap-test e le numerose visite specialistiche effettuate negli anni.
Sapete tutte che il pap-test è un importante esame a cui noi donne dobbiamo regolarmente sottoporci per controllare il benessere del collo dell’utero. Questo esame può essere eseguito dal ginecologo o dall’ostetrica.
Con i primi rapporti sessuali a 19 anni le prime perdite vaginali di colore bianco, qualche volta maleodoranti ed abbondanti, che le procuravano bruciore, prurito interno (vaginale) ed esterno (vulvare).
Dopo alcuni anni iniziano le cistiti (4/5 all’anno) che la portano a percepire bruciori intimi e difficoltà durante i rapporti sessuali (dispareunia). Il bruciore e il dolore alla penetrazione aumentano di giorno in giorno, accusando anche “spilli”, durante l’eccitamento e “scosse” intermittenti nell’arco della giornata. La vulva viene percepita sempre più secca ed ipersensibile.
Ad Alice risulta impossibile indossare un paio di jeans, accavallare le gambe o stare seduta per lungo tempo. Vorrebbe specchiarsi per controllare la vulva, che da parecchio tempo richiama la sua attenzione in maniera improvvisa ed acuta, facendola stare così male, ma non ne ha il coraggio.
Alice mi dice che prova in tutti i modi a rilassarsi ed è sicura di volere molto bene al suo compagno. Per fortuna parlano molto insieme, lui la capisce e le è stato vicino anche quando le dicevano che il bruciore era tutto nella sua testa e che avrebbe dovuto iniziare una terapia di coppia.
Ricordiamoci che la Vulvodinia è una malattia organica che causa bruciore e dolore alla vulva, non bisogna pensare che la donna possa inventarsi tutto o peggio essere etichettata come “isterica”!
Alice mi racconta che ha imparato a convivere con il suo dolore ed ha continuato la sua vita con caparbietà pur sentendosi una ragazza a metà, ma non ha mai perso la volontà di cercare una soluzione.
Ed è stata la sua caparbietà che ci ha fatto incontrare.
Questa è una delle tante storie, di vita, con cui vengo a contatto e che con pazienza, dedizione e lavoro da entrambe le parti, portano ad un risultato positivo.
Ricordiamoci che alcune donne guariscono totalmente, altre hanno miglioramenti, che le portano ad una qualità di vita migliore.
Alice è guarita dalla Vulvodinia ed ora il suo pensiero è quello di una gravidanza.
Un GRAZIE speciale ad Alice.