Cistite? Si può prevenire?

La cistite è l’infiammazione della vescica.

Avere la cistite non significa automaticamente avere un’infezione; i fattori scatenanti possono essere anche di natura “non infettiva”. Colpisce più di frequente la donna rispetto all’uomo, a causa della conformazione anatomica; l’uretra (canale che porta l’urina dalla vescica all’esterno), nel sesso femminile è più corta rispetto a quella dell’uomo (4-5 cm) e l’apertura si trova più vicino all’ano, quindi, è più alto per le donne il rischio di una contaminazione da parte dei batteri fecali, che possono più facilmente risalire fino alla vescica.

Pensate che una donna su tre l’ha provata almeno una volta nella vita. Circa il 30% di chi ha un attacco del disturbo ha la sgradita sorpresa di avere un secondo episodio entro sei mesi.

Per questo la prevenzione è fondamentale!

I sintomi sono molto chiari:

  • Pressione e peso al basso ventre;
  • Dolore, bruciore e stimolo persistente;
  • Urine maleodoranti di colore intenso;
  • Fatica a svuotare bene la vescica: goccia a goccia;
  • Nei casi più acuti: febbre e perdita di sangue dalla vescica.

La cistite può presentarsi occasionalmente o recidivare (12-15% delle donne), con un forte impatto sulla qualità di vita. La probabilità di cistiti ricorrenti cresce con l’aumentare del numero dei casi precedenti, mentre diminuisce tanto più lungo è stato l’intervallo tra una cistite e l’altra.

Ecco perché va fatto tutto il possibile per prevenirla, agendo dall’inizio.

I responsabili della cistite possono essere ceppi batterici (nell’ 80% dei casi Escherichia Coli), più raramente si tratta di virus o funghi, in questo caso parliamo di un’infezione delle vie urinarie.

Abatteriche, ad esempio dovute a chemioterapia o radioterapia, oppure l’infiammazione della vescica e/o dell’uretra può essere dovuta a fattori come l’eccessiva acidità delle urine provocata da cibi e bevande irritanti. La presenza di ossalati e cristalli nelle urine, a lungo andare, in un terreno già fertile all’infiammazione, graffiano ed irritano le pareti della vescica.  Tra le cistiti abatteriche citiamo anche la cistite interstiziale (CI) o sindrome del dolore vescicale: è un disturbo cronico che può colpire tutti ma nel 90% dei casi si verifica nelle donne, ed è caratterizzato dalla progressiva distruzione dello strato più superficiale della vescica che la rende più sensibile agli stimoli, anche di conseguenza alle naturali variazioni del ph dell’urina.

Semplici regole per prevenirla, in associazione alla terapia medica:

  • Bere almeno un litro e mezzo-due, per favorire la diuresi, in modo da eliminare prima possibile i batteri.
  • Indumenti intimi di tessuti naturali e non colorati, in modo da consentire una corretta traspirazione dei genitali.
  • Pantaloni non troppo stretti con cuciture spesse, che contribuiscono a creare microtraumi delle mucose, soprattutto se infiammate.
  • Pulirsi sempre andando dalla vagina verso l’ano e non viceversa, dopo l’evacuazione, per non favorire il diffondersi dei microrganismi patogeni.
  • Quando si è particolarmente infiammate, lavarsi solo con acqua tiepido-calda, per non alterare il ph vulvare.
  • Sana alimentazione che garantisce un buon equilibrio della nostra flora e permette una buona peristalsi intestinale.

 

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Dott.ssa Laura Coda

Esperta in rieducazione del pavimento pelvico, vulvodinia, vestibolite e idrocolonterapia.

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