La “gentilezza” è una delle parole che mi stanno più a cuore. Abbiamo tutti bisogno di gentilezza come un rimedio per rinforzare il nostro sistema immunitario. È una leggera ma potentissima parola che fa la differenza nella vita quotidiana, soprattutto nella relazione d’aiuto tra operatore e paziente. Pensate che a Tokyo, nel 1986 viene costituito il World Kindness Movement, ovvero il Movimento mondiale della gentilezza. La dichiarazione della gentilezza risale al 13 Novembre 1997 e viene celebrata in trenta Stati nel mondo, compresa l’Italia
- OK al sapere
- OK all’esperienza sul campo
- OK all’attenzione
- OK all’etica
- OK al lavoro diligente
- OK alla sicurezza d’azione
- OK al rispetto
- OK all’avere una mentalità aperta
e già così saremmo invincibili, ma… per essere super invincibili bisogna essere gentili!
L’essere brave persone è sicuramente molto più OK!
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Siamo qui per ascoltarti. Ogni problema ha una soluzione, e noi possiamo aiutarti a trovarla.
💬 Scrivici su WhatsApp ✉️ Contattaci via EmailEcco tre buoni motivi per esserlo sostenuti dalla scienza:
LA GENTILEZZA CI FA TANTO BENE
La neuroscienziata e farmacologa statunitense, Candace Beebe Pert, attraverso i suoi studi, ci dimostra che quando si sorride con gentilezza si attiva il rilascio di piccolissime molecole che combattono lo stress e liberano dopamina, endorfine e serotonina che producono felicità.
NON SPRECHIAMO FATICA, LA GENTILEZZA È CONTAGIOSA
Anche qui, le neuroscienze ci sono d’aiuto perché entrano in gioco i neuroni specchio che sono importanti cellule nervose per lo scambio di segnali. Fu una grande scoperta, nei macachi, nel 1992 ad opera del Prof Giacomo Rizzolatti e colleghi presso il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma. Grazie a loro saremo predisposti ad intuire l’azione e a cogliere le emozioni degli altri; quindi se ho di fronte una persona sorridente, positiva e gentile, i neuroni specchio mi spingeranno ad imitare questo tipo di comportamento.
È UNA VERA CURA PER LA PERSONA CHE IN QUEL MOMENTO MI CHIEDE AIUTO
È quanto emerge dalla ricerca sperimentale F.I.O.R.E., realizzata dalla Fondazione Onlus Giancarlo Quaranta di Milano con l’Università di Udine.
La relazione gentile ed empatica, tra operatore e paziente, non solo rende meno gravosa la condizione, ma rappresenta una vera forma di cura, arrivando a modificare il funzionamento di complessi circuiti di neuroni, attraverso i quali il cervello governa decisioni e comportamenti.
LETTURE SUGGERITE:
-Molecole di emozioni di Candance B.Pert
-In te mi specchio-per la scienza dell’empatia di Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigaglia