In molte culture, compresa la nostra, in ogni luogo in cui avviene la nascita, che sia l’ospedale, la casa maternità o la casa della partoriente, le parole del parto risuonano cariche di significato.
In tutto il mondo sono un semplice schema melodico che ripete poche parole appartenenti a un lessico molto essenziale: “Forza, forza”, “Bene”, “Brava, brava”, “Ancora, ancora”, “Brava, così, forza spingi”, “Spingi qui in basso”.
Ciò che è importante ricordare è che l’ostetrica si identifica non solo con la mamma, ma anche con il processo e con il bambino che sta per nascere e il sostegno avviene anche attraverso la modulazione delle frequenze della sua voce.
Le parole o nenie da parto sono catene di ordini formulati attraverso l’uso di:
- Verbi e avverbi (66%)
- Valutazioni positive (16%)
- Descrizione delle azioni (16%)
- Domande (raramente)
Alcuni ricercatori dell’Università Lyon hanno realizzato studi spettrografici delle espressioni utilizzate da alcune categorie di professioniste impegnate sul campo. Le ricerche hanno dimostrato che esiste una contestualizzazione dell’emissione vocale, ovvero l’espressione prende tratti caratteristici in relazione al luogo o all’evento in cui si realizza. In particolare, i caratteri voco-acustici utilizzati durante il parto diventano potentissimi segnali capaci di indirizzarne l’azione.
I ricercatori hanno stabilito che le nenie da parto, che servono a incoraggiare, approvare l’azione e incitare, pur essendo semplici segnali, portano con sé indicazioni toniche molto efficaci.
La nenia da parto svolge, dunque, tre importanti azioni:
- Segnala la potenza della contrazione e della spinta che occorre esercitare;
- Indirizza l’azione della mamma che partorisce;
- Segnala la discesa del bambino lungo il canale da parto.
BIBLIOGRAFIA:
- La nascita in quattro culture (Jordan B.- Emme Edizioni, 1984)
- Le musiche delle interazioni: contributo a una ricerca sulle funzioni della voce nell’interazione (Grosjean M., Università di Lione, 1991)